Buongiorno! Questa settimana facciamo posto ad un testo di Blaise Pascal, che va assaporato come una meditazione, e certamente senza moderazione.
Per questa prima Newsletter, vorrei ringraziare tutti quelli che mi hanno aiutata a far nascere questo sito: Johan, Loïc, Chiara, Gabriel, Geneviève, Dominique, Daniel, Federico, Johanna e Maximilien.
Una buona settimana a tutti!
Noi non viviamo mai nel presente. Anticipiamo il futuro, troppo lento ad arrivare, come per affrettarne il corso, o ricordiamo il passato, troppo rapido nel passare, come per fermarlo. Vaghiamo, imprudenti, in tempi che non ci appartengono e non pensiamo affatto al solo che ci appartiene; vanamente preoccupati di quelli che non sono che un nulla, senza riflettere fuggiamo l’unico tempo che abbia realtà. È che il presente per lo più ci ferisce. Lo nascondiamo alla nostra vista perché ci fa star male e se è piacevole è allora spiacevole vederlo passare. Tentiamo di farlo durare verso il futuro e ci preoccupiamo di predisporre cose che non sono affatto sotto il nostro controllo perché sono in un tempo – il futuro – che non siamo affatto sicuri di riuscire a vivere. Ciascuno esamini i propri pensieri. Li troverà tutti diretti verso il passato o verso il futuro. Non pensiamo quasi affatto al presente, e se lo facciamo è solo per trarne lumi per organizzare il futuro. Il presente non è mai il nostro scopo. Così non viviamo mai, ma aspettiamo di vivere, e preparandoci sempre ad essere felici finiamo per non esserlo mai.
Blaise Pascal (1623-1662), Pensieri, Brunschvicg 172 / Lafuma 47