Nicolas Martin – Il metodo scientifico – France culture
Da dove viene il pensiero scientifico novatore? Come avvengono queste idee luminose? Il cervello lavora in sordina? Cos’è la creatività scientifica?
Bachelard, in una registrazione del 1947, parla della meraviglia scientifica. Sostiene che «per conoscere la natura, bisogna averla ammirata». Cita il telegrafo, il telefono, la fotografia, la radio, i vaccini, come esempi di scoperte stupefacenti. Secondo Bachelard, con Einstein et Heisenberg entriamo nell’era dei geni. Un «patrimonio di ammirazione» si costituisce.
Come nasce un’idea? Chiunque può diventare un genio? Esiste una «meccanica della creatività», e se sì, qual è? Non bisogna percepire una dismisura in questa volontà di entrare in un processo che forse è destinato a restare misterioso?
La parola creatività è recente, esiste dagli anni ‘40. Bisogna parlare di una creazione del concetto di creatività? Assistiamo forse ad una riabilitazione dell’immaginario, nel senso in cui l’immaginazione può essere feconda per la ricerca scientifica. Esiste un emisfero sinistro del cervello deputato alla funzione logica ed un emisfero destro, analogico, che ci permette di sognare? Cosa succede al chimico Kekulé? Al fisiologo Loewi?
Cos’è un’idea? Potremmo creare senza necessità? Ne avremmo il diritto, come suggerisce Rilke? «Morireste se vi fosse impedito di scrivere?» scrive in Lettere a un giovane poeta. L’idea ci attraversa. È rara.
La creatività nelle scienze designa una produzione nuova, originale e adatta? Che ruolo giocano l’ordine e il disordine nelle scienze? Come si può spiegare l’uso di droghe per sostenere il processo creativo? Come resistere agli automatismi? Che cos’è l’obesità mentale da troppa informazione? In cosa il riposo cerebrale è essenziale?
Quali sono le specificità del pensiero scientifico? Perché è importante avere il diritto di sbagliare? Il peso della doxa è più pesante per la scienza che per la filosofia? Cos’è la serendipità?
Possiamo osservare «l’insight», questo improvviso cambiamento della rappresentazione mentale, questa improvvisa reinterpretazione di quello che vediamo? Come capire che a volte, la soluzione ad un problema appare immediatamente, senza sforzo, e senza che siamo in grado di descrivere le tappe che ci hanno condotto alla soluzione?
La mente è, come dice Bergson, «una realtà capace di ottenere da se stessa più di quello che contiene?» Cos’è l’idea di «eureka collettivo»?